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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita IX, 25
 
originale
 
[25] Consules ab Sora profecti in agros atque urbes Ausonum bellum intulerunt. Mota namque omnia aduentu Samnitium cum apud Lautulas dimicatum est fuerant, coniurationesque circa Campaniam passim factae nec Capua ipsa crimine caruit; quin Romam quoque et ad principum quosdam inquirendo uentum est. Ceterum Ausonum gens proditione urbium sicut Sora in potestatem uenit. Ausona et Minturnae et Vescia urbes erant, ex quibus principes iuuentutis duodecim numero in proditionem urbium suarum coniurati ad consules ueniunt. Docent suos iam pridem exoptantes Samnitium aduentum, simul ad Lautulas pugnatum audierint, pro uictis Romanos habuisse, iuuentute, armis Samnitem iuuisse; fugatis inde Samnitibus incerta pace agere nec claudentes portas Romanis, ne arcessant bellum, et obstinatos claudere si exercitus admoueatur; in ea fluctuatione animorum opprimi incautos posse. His auctoribus mota propius castra missique eodem tempore circa tria oppida milites, partim armati qui occulti propinqua moenibus insiderent loca, partim togati tectis ueste gladiis qui sub lucem apertis portis urbes ingrederentur. Ab his simul custodes trucidari coepti, simul datum signum armatis ut ex insidiis concurrerent. Ita portae occupatae triaque oppida eadem hora eodemque consilio capta; sed quia absentibus ducibus impetus est factus, nullus modus caedibus fuit deletaque Ausonum gens uix certo defectionis crimine perinde ac si interneciuo bello certasset.
 
traduzione
 
25 Partiti da Sora, i consoli trasferirono la guerra nelle campagne e nelle citt? degli Ausoni. L'arrivo dei Sanniti in concomitanza con la battaglia di Lautule aveva infatti favorito un'insurrezione generale, e in molte zone della Campania erano stati organizzati complotti contro Roma, tanto che neppure Capua rest? esente da sospetti (anzi, l'inchiesta arriv? addirittura fino a Roma e ad alcuni dei cittadini pi? in vista). Per altro i Romani giunsero ad avere il controllo del popolo degli Ausoni a s?guito di un tradimento, come gi? successo a Sora. Dodici nobili giovani provenienti dalle citt? di Ausona, Minturno e Vescia, dopo aver deciso di consegnare le proprie citt? in mano ai Romani, si presentarono ai consoli e li informarono che i loro concittadini speravano gi? da tempo nell'arrivo dei Sanniti e, non appena erano venuti a conoscenza dell'esito della battaglia di Lautule, considerando ormai sconfitti i Romani, avevano offerto un supporto ai Sanniti inviando uomini e armi. E adesso che i Sanniti erano stati sbaragliati e messi in fuga, si mantenevano in un rapporto di pace ambigua, e non chiudevano le porte in faccia ai Romani solo per evitare lo scoppio di un conflitto; se per? l'esercito romano si fosse avvicinato, erano pi? che decisi a chiuderle. In una simile incertezza, sarebbe stato facile averne la meglio cogliendoli di sorpresa. Seguendo i loro suggerimenti, i Romani avvicinarono l'accampamento, e nel contempo inviarono nei dintorni delle tre citt? uomini armati, con l'ordine di rimanere nascosti nei pressi delle mura, e altri in abiti civili, con le spade nascoste sotto la veste e col c?mpito di entrare in citt? all'alba attraverso le porte aperte. Furono questi ultimi che iniziarono a eliminare le sentinelle e contemporaneamente a dare il segnale ai compagni armati, perch? uscissero in fretta dai loro nascondigli. Cos? vennero occupate le porte e nello stesso istante anche le tre citt? furono catturate, con il medesimo espediente. Ma poich? l'assalto non avvenne alla presenza dei capi, non vi fu freno al massacro, e gli Ausoni vennero decimati per un'accusa di tradimento poco affidabile, come se si fosse trattato di una guerra all'ultimo sangue.
 

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